Belle lettere


Montalbano è morto, anzi no Belle lettere

«Ho scritto la fine dieci anni fa… Ho trovato la soluzione che mi piaceva e l’ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l’alzheimer. Ecco, temendo l’alzheimer ho preferito scrivere subito il finale.


Mussolini vincerà Belle lettere

Altri tempi. Quando a farla da padrona in casa Bellonci, oltre all’afa romana, era l’incertezza di chi, entrato in cinquina, avrebbe patito, oltre alla calura, l’emozione di vincere lo Strega.


A Roma non barrisce l’elefante Belle lettere

Diciamolo subito: promette quel che dà, alla fine, Il segnale dell’elefante. Alla fine, ché per il resto è una (retro)storia romana del partito che seppe contendere agli assai più numerosi socialcomunisti la palma dell’antifascismo combattente.


Janeczek, non c’è due senza tre Belle lettere

E due. Senza faglie sul pronostico, Helena Janeczek vince il secondo premio letterario dell’anno, il primo del Belpaese. Dopo il Bagutta, lo Strega. Visto che non c’è due senza tre e il suo La ragazza con la Leica è in lizza anche al Campiello, la possibilità di uno storico tris non è irrisoria, per lei.


Battisti (e Roma) mon amour Belle lettere

Diciamolo subito: L’ultimo singolo di Lucio Battisti è un bel libro. E non vale per le opere letterarie quel che vale per l’arte, che a dirla bella non si fa all’opera un complimento.


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