La verità è uno specchio / di molte facce / ognuna riflette / quello che vede / nessuna il vuoto / tantomeno il vero
La verità è uno specchio / di molte facce / ognuna riflette / quello che vede / nessuna il vuoto / tantomeno il vero
(storiella a lieto fine)
«Ho scritto la fine dieci anni fa… Ho trovato la soluzione che mi piaceva e l’ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l’alzheimer. Ecco, temendo l’alzheimer ho preferito scrivere subito il finale.
Come previsto e prevedibile, Mussolini ha vinto, anzi stravinto. Antonio Scurati ha sbancato il 73esimo premio Strega.
Altri tempi. Quando a farla da padrona in casa Bellonci, oltre all’afa romana, era l’incertezza di chi, entrato in cinquina, avrebbe patito, oltre alla calura, l’emozione di vincere lo Strega.
Diciamolo subito: promette quel che dà, alla fine, Il segnale dell’elefante. Alla fine, ché per il resto è una (retro)storia romana del partito che seppe contendere agli assai più numerosi socialcomunisti la palma dell’antifascismo combattente.
Più che un assaggino, è un’abbuffata di voti quella che Rosella Postorino ha fatto. Tale è il distacco col secondo classificato che Le assaggiatrici più che vincere ha stravinto il Campiello 2018.
E due. Senza faglie sul pronostico, Helena Janeczek vince il secondo premio letterario dell’anno, il primo del Belpaese. Dopo il Bagutta, lo Strega. Visto che non c’è due senza tre e il suo La ragazza con la Leica è in lizza anche al Campiello, la possibilità di uno storico tris non è irrisoria, per lei.
Diciamolo subito: L’ultimo singolo di Lucio Battisti è un bel libro. E non vale per le opere letterarie quel che vale per l’arte, che a dirla bella non si fa all’opera un complimento.
Neanche s’è freddata la salma di Philip Roth e già è partito il peana: è morto un gigante della letteratura privato del Nobel.