in Belle lettere
Mussolini l’antifascista
Come previsto e prevedibile, Mussolini ha vinto, anzi stravinto. Antonio Scurati ha sbancato il 73esimo premio Strega.
Maurizio Zuccari
in Belle lettere
Mussolini vincerà
Altri tempi. Quando a farla da padrona in casa Bellonci, oltre all’afa romana, era l’incertezza di chi, entrato in cinquina, avrebbe patito, oltre alla calura, l’emozione di vincere lo Strega.
in Scrissi d'arte
Dream, i sogni al Chiostro del Bramante
Potrebbe essere il sogno perfetto, se non fosse una mostra. Un sogno di mostra – Dream, l’arte incontra i sogni, appunto – dove alle parole seguono i fatti, come rare volte accade.
in Le parole sono pietre
Pillole di libertà
A proposito di liberazione e dintorni, tre pillole di libertà tratte dal circo mediatico del 25 aprile.
in Qui mondo
La favola di Greta
C’è chi la vede come novella messia venuta a salvare il mondo, la proclama donna dell’anno in attesa di darle il Nobel. Chi l’accosta alla fraulein cara all’iconografia ariana per le sue treccine bionde e il faccino tondo, pura reincarnazione himmleriana.
in Scrissi d'arte
Cent’anni di Bauhaus
È durata solo 14 anni, ma ha segnato in modo duraturo il suo tempo e il nostro.
in Qui mondo
L’ultimo imperatore
Se ne andrà a fine aprile con la sua zazzera grigia, il faccione dal sorriso stinto e il doppiopetto in tinta.
in Qui mondo
Morire per Baghuz
Non abbandonate la speranza. Mai. Dice così un rigo del testamento di Lorenzo Orsetti. Guerrigliero andato a combattere e morire tra le file dell’Ypg, l’esercito di liberazione del Pkk, il partito comunista curdo, nell’ennesima ultima roccaforte dell’Isis, a Baghuz, appena liberata.
in Belpaese
L’insonnia della ragione ammazza il Grillo
Povero Grillo. E poveri noi. L’avevamo lasciato tant’anni fa, una bella sera, nella brutta copia italiana di Versailles. Nella reggia di Caserta, quando questa non era ancora un pisciatojo dismesso e una cultivar d’ortiche e d’altri erbaggi.
in Belle lettere
A Roma non barrisce l’elefante
Diciamolo subito: promette quel che dà, alla fine, Il segnale dell’elefante. Alla fine, ché per il resto è una (retro)storia romana del partito che seppe contendere agli assai più numerosi socialcomunisti la palma dell’antifascismo combattente.